«San Martino vescovo» nella chiesa parrocchiale di San Martino in Niguarda – Milano

san Martino vescovo, chiesa parrocchiale di san Martino in Niguarda – Milano (2018, cm 80×130)

L’icona presenta una composizione diversa e originale rispetto alla ben più diffusa rappresentazione iconografica della nota vicenda di Martino soldato romano a cavallo che condivide il mantello con il povero.
San Martino è raffigurato frontalmente, con l’aureola attorno al capo, rivestito dei paramenti liturgici che manifestano il tipo di santità cui egli appartiene (vescovo). Il volto è contornato da una corta barba bianca. Lo sguardo e il gesto benedicente della mano destra sono rivolti direttamente al fedele. La mano sinistra regge il Vangelo chiuso e sostiene il bastone pastorale.
L’immagine si ispira all’icona collocata nella Basilica di san Martino a Tours dove si trova la tomba del santo.
In alto a destra la scena è dominata dai “Cieli aperti”, espressione della gloria della Trinità, fonte e origine di ogni santità. L’immagine è contenuta in un quarto di cerchio diviso in tre parti: il settore più interno, color blu notte, trapuntato di stelle d’oro, indica il “Padre nostro che sei nei cieli”; la corona blu intermedia mostra il Figlio, “immagine del Dio invisibile”; la corona azzurra esterna rappresenta lo Spirito Santo che irradia la luce divina in forma di raggi d’oro.  L’immagine dei “Cieli aperti” è la più importante perché indica il Soggetto che sta all’origine di ogni santità (come recita il sacerdote nella Preghiera eucaristica II: “Padre veramente santo, fonte di ogni santità”).
Ai piedi del santo è dipinto il povero seminudo dell’episodio del mantello; egli è raffigurato di profilo, con lo sguardo e le mani rivolte in alto, verso il santo e oltre, verso i “Cieli aperti”. Il mantello dipinto sulle spalle del povero rivela la carità di Martino che dona la metà del suo mantello. Quella notte Cristo, anch’egli rivestito dello stesso mantello, apparve in sogno a Martino a conferma della parola evangelica: “Ero nudo e mi avete vestito… Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.

la collocazione dell’icona nella chiesa parrocchiale di San Martino in Niguarda

L’icona vuole essere come una porta aperta che aiuta il nostro sguardo a vedere i segni della santità testimoniata da san Martino e farne tesoro per la propria vita di fede.
Un primo e più evidente insegnamento è riflesso nelle parole scritte da Benedetto XVI nell’Enciclica “Deus caritas est”: “Guardiamo infine ai Santi, a coloro che esercitano in modo esemplare la carità. Il pensiero va, in particolare, a Martino di Tours, prima soldato, poi monaco e vescovo: quasi come un’icona, egli mostra il valore insostituibile della testimonianza individuale della carità”.
I piedi scalzi di Martino rivelano che anche dopo aver accettato per obbedienza la carica di Vescovo di Tours egli non ha mai tralasciato l’umiltà della vita monastica.
Il libro del Vangelo ne rivela l’infaticabile azione di pastore ed evangelizzatore.
Un insegnamento particolarmente rilevante è suggerito dal dettaglio della posizione del bastone pastorale (parte da terra, attraversa diagonalmente la figura del santo e il Vangelo, e punta l’estremità ricurva verso i “Cieli aperti”, origine di ogni santità). E’ una immagine simbolica del percorso in risposta alla “chiamata alla santità che il Signore fa a ciascuno di noi” cui la Chiesa costantemente ci richiama e che è stata recentemente oggetto della Esortazione apostolica “Gaudete ed exsultate” di Papa Francesco: un percorso che nasce dal desiderio di verità e felicità che Dio ha inscritto nel cuore dell’uomo, cresce alla luce della sua Parola nella vita della Chiesa ed anela alla vita beata del Padre celeste.

L’icona è stata benedetta ed esposta alla venerazione dei fedeli il giorno 11 novembre 2018, festa di san Martino.